domenica 29 marzo 2020

RECENSIONE "Parigi è sempre una buona idea"



Ciao ragazzi,

Sono giunta alla fine di questo Toneo Tremaghi, gentilmente offerto da @guforeadathonitalia e la prova prevedeva un romanzo che avesse un mistero da risolvere. Vi lascio alla trama del romanzo e dopo alla mia recensione.


Trama:

     A Parigi, in rue du Dragon, nel cuore di Saint-Germain-des-Prés, ci si può imbattere in un piccolo negozio con una vecchia insegna di legno e, dentro, mensole straripanti di carta da lettere e bellissime cartoline illustrate: la papeterie di Rosalie Laurent. Talentuosa illustratrice, Rosalie è famosa per i biglietti d’auguri personalizzati che realizza a mano. Ed è un’accanita sostenitrice dei rituali: il café crème la mattina, un buon bicchiere di vino rosso dopo la chiusura. I rituali aiutano a fare ordine nel caos della vita, ed è per questo che, per il suo compleanno, Rosalie fa sempre la stessa cosa: sale i 704 gradini della Tour Eiffel fino al secondo piano e, con il cuore in gola, lancia un biglietto su cui ha scritto un desiderio. Ma finora nessuno è mai stato esaudito. Tutto cambia il giorno in cui un anziano signore entra come un ciclone nella papeterie. Si tratta del famoso scrittore per bambini Max Marchais, che le chiede di illustrare il suo nuovo libro. Rosalie accetta felice e ben presto i due diventano amici, La tigre azzurra ottiene premi e riconoscimenti e si aggiudica il posto d’onore in vetrina. Quando, poco tempo dopo, un affascinante professore americano, attratto dal libro, entra in negozio, Rosalie pensa che il destino stia per farle un altro regalo. Ma prima ancora che si possa innamorare, ha un’amara sorpresa: l’uomo è fermamente convinto che la storia della Tigre azzurra sia sua…


La mia recensione:

     Allora da dove comincio? Ho sclerato, e pure parecchio. Ho fatto un salto nel passato e sono tornata adolescente, quando parlavo con i libri. L'ho trovato molto divertente. Certo, anche questo romanzo ha le sue pecche, come per esempio la carenza  delle descrizioni dei luoghi. Mi sarebbe piaciuto molto di più se Nicolas Barreau si fosse fermato un po' di più a descrivere Parigi, anche perché, seguendo i protagonisti è come se l'avessi visitata anche io ma di sfuggita. Durante la prima parte del romanzo si parla delle morti che i tre protagonisti hanno affrontato nel corso della loro vita, tutte perdite molto importanti che, ahimè, sono state affrontate con estrema superficialità. Lo stile di scrittura è già di per sé molto semplice e scorrevole, cosa che apprezzo in un romanzo simile, tuttavia proprio perchè nelle ultime pagine è riuscito a farmi salire un groppo alla gola,  sono rimasta delusa dalla descrizione dei sentimenti dei personaggi. 
     Alla fine, come era facilmente prevedibile, il lato amoroso ha prevalso, ma tutto sommato ho apprezzato che prima che ciò accadesse siano riusciti a risolvere il mistero che aleggiasse intorno alla Tigre Azzurra.
     Un altro punto a suo sfavore è il finale, troppo affrettato, come se l'autore dovesse andare ad una cena e stesse facendo tardi. Gli ultimi tre capitoli sono stati di una confusione disarmante, però non è successo niente che un lettore non si sarebbe aspettato.

VOTO:
4/5 STELLE




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